Fabrizio Parachini. Le forme del colore, i gesti della mente
Pubblicato il: 20 agosto 2019
Date evento: dal 07/09/2019 al 20/10/2019
Spazio Espositivo: CANNOBIO - Palazzo Parasi
Spazio espositivo: PALAZZO PARASI, via Giovanola Cannobio (VB) Lago Maggiore
Accessibile ai diversamente abili – 1° piano
Periodo: da sabato 7 settembre a domenica 20 ottobre 2019
Inaugurazione: sabato 7 settembre, ore 17:30
Orari di apertura: martedì e giovedì ore 10:30/12:30 - mercoledì e venerdì ore 16:30/18:30
sabato ore 10:30/12:30 e 16:30/18:30 - domenica ore 10:30/12:30
A cura di Francesco Poli
Catalogo: edizioni Città di Cannobio
Accoglienza: Rete museale dell’Unione del Lago Maggiore
LO SPAZIO
La storica costruzione Palazzo Parasi a Cannobio ospiterà la mostra personale di Fabrizio Parachini, artista italiano che ha esordito alla fine degli anni Novanta nell’ambito dell’arte non-oggettiva di matrice neo-costruttivista e minimalista e che in seguito ha dimostrando la capacità di muoversi su diversi registri: quello propriamente espressivo, ma anche quello curatoriale e di studioso della percezione visiva e cromatica.
L’esposizione viene accolta nelle sale dell’edificio risalente al XIII secolo, accuratamente restaurate per volere dell’Amministrazione Comunale, di concerto e sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Regione Piemonte. Si tratta di un imponente edificio che sorge a ridosso della Torre Comunale del XII secolo.
Ai piani superiori sono stati realizzati gli spazi destinati alle manifestazioni culturali, uno dei quali particolarmente interessante per il diretto contatto con le antiche capriate.
Il piano terreno, un portico coperto con volte a botte, è attualmente sede del’Ufficio Turistico.
LA MOSTRA
Nel contesto della mostra “Le forme del colore, i gesti della mente” verrà presentata una selezione di Opere realizzate tra il 2005 e il 2019 espressioni delle diverse tematiche, e tipologie formali, affrontate e sviluppate dall’artista nel corso della propria attività. Bisogna però sottolineare che i singoli lavori, in virtù sia della loro reciproca interazione che della specifica relazione con lo spazio, in realtà vanno a costituire due uniche grandi istallazioni (una al piano inferiore e una a quello superiore) conchiuse in sé e dal forte impatto visivo. E questo è il vero oggetto della ricerca espressiva di Fabrizio Parachini: creare opere che pur indagando formalmente i contenuti e i codici espressivi dell’arte astratta diventino concretamente dei punti focali sulle pareti, o luoghi di attenzione, capaci di modificare la percezione e la fruizione dello spazio messa in atto dall’osservatore. La maggioranza delle opere è costituita da più elementi, quindi “Polittici” in progressione cromatica, “Trittici” e “Dittici” giocati su accostamenti monocromi, lievi “Pagine” di acetato sovrapposte e “Solide pagine” in multistrato di alluminio. Punto di arrivo nodale è poi l’ultima versione inedita di un progetto che l’artista conduce da diversi anni, forse più “concettuale”, ovvero “Codice ovvio n° 3: Closed Doors”, un’opera costituita da sei elementi e pensata come il risultato esemplificativo dei processi di scelta, composizione e riduzione di immagini consuete, come in questo caso le “Porte sbarrate” intercalate a figure monocrome, che la nostra mente compie ma anche subisce quotidianamente. Come sempre, uno spazio della mostra è dedicato ai video e tra gli altri sarà presentato quello riguardante l’intervista effettuata da Clara Castaldo all’artista.